Copio incollo dal sito di ‘La Stampa’. 92 minuti di applausi a quel giudice del lavoro.
Il giudice del lavoro stronca Stamina
“È la solita terapia da ciarlatani”
La sentenza acquisita dal pm Guariniello che sta per chiudere l’indagine penale
Paola Italiano, Torino
«Il ciarlatano esercita, ieri come oggi, una grande attrattiva, venendo incontro alle speranze e alle illusioni di malati incurabili e dei loro familiari. La terapia proposta presenta caratteristiche indipendenti dal preparato di volta in volta offerto agli sfortunati che ne divengono inconsapevoli vittime». È una sorta di trattato storico-scientifico la sentenza con cui il giudice del lavoro di Torino ha rigettato il ricorso della famiglia di un bimbo malato che chiedeva di imporre la somministrazione del metodo Stamina agli Spedali Civili di Brescia, dove la sperimentazione è stata bloccata. Quello di Davide Vannoni viene bollato come «quack method»: fasullo, ciarlatano appunto. «Quack», come il verso dell’anatra.
Il piccolo, tre anni, è affetto dal morbo di Canavan, patologia neurologica gravissima. Quella di Torino non è la prima sentenza a rigettare una simile richiesta, ma è la più articolata e la più dura anche nei confronti dei giudici del lavoro che, da Venezia a Matera, in altri 135 casi, hanno accolto il ricorso.
«Il tema delle cure palliative – si legge – viene spesso evocato dai (non certo disinteressati) fautori della “libertà di cura”, sul presupposto che sia sufficiente evocarle, a fronte di patologie croniche in ordine alle quali la scienza medica non è in grado di offrire cure efficaci, per render legittime prescrizioni e somministrazioni di farmaci al di fuori dei vincoli normativi esistenti. L’assunto è però totalmente destituito di fondamento». La normativa c’è, si afferma, «e contiene requisiti assai rigorosi, primo fra tutti la necessaria autorizzazione Aifa».
Il giudice passa poi a una documentata dissertazione sulla figura del ciarlatano – professione vietata per legge – partendo addirittura dall’etimologia del termine. E spiega che le terapie proposte dai ciarlatani hanno sempre le stesse caratteristiche: si presentano come alternative «alla medicina consolidata», svincolate dalle regole della scienza medica, prima fra tutte la prova d’efficacia; sono «segrete, in tutto o in parte, così da creare un alone di mistero sulla reale composizione dei preparati, evitando ogni possibile indagine sul percorso seguito che potrebbe rivelare, oltre all’imbroglio, anche situazioni di grave rischio per la salute». E vengono quindi presentate al pubblico quali «manifestazioni di altruismo e di disinteresse, così da celare la presenza di corposi tornaconti personali». I miglioramenti «apparenti» di alcuni pazienti completano la ricetta che le fa diventare «wonder cures». La sentenza è già finita tra le carte del procuratore Raffaele Guariniello che sta per chiudere l’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla truffa sul metodo Stamina.