STRANIMONDI – Sulla carta, il fumetto si presta come pochi altri mezzi di espressione al racconto della scienza: non ci sono i limiti di ciò che può essere rappresentato (né immaginato), non servono (troppe) immagini di repertorio per colmare la narrazione come avviene nel video, ha costi contenuti, non ha bisogno di supporti costosi per essere fruito. Inoltre, il linguaggio del fumetto ha le caratteristiche della suddivisione in scene visive come le serie tv o il cinema, ma permette di mantenere uno dei grandi vantaggi della lettura di testi: poter tornare a rileggere, saltare tra le pagine, confrontare parti distanti del discorso. Vale per il “fumetto funzionalista”, come lo ha definito Andrea Plazzi quando lo abbiamo intervistato agli esordi di questa rubrica, ma anche per quello più autoriale. In quella stessa occasione, però, sottolineavamo come tutto sommato le storie scientifiche a fumetti fossero poche, come se il fumetto continuasse…
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