Grazie alle microlenti gravitazionali previste dalla teoria della relatività di Einstein è stato possibile pesare una nana bianca. Crediti immagine: Nasa, Esa e A. Feild (Stsci)
SCOPERTE – “Non c’è speranza di avere un’osservazione diretta del fenomeno delle microlenti gravitazionali per stelle lontane da noi”, diceva uno sconsolato Albert Einstein nel 1936 parlando della sua teoria della relatività. Quasi 100 anni dopo, però, un gruppo di scienziati della Embry-Riddle Aeronautical University guidati da Kailash C. Sahu e dall’astrofisico Terry Oswalt ha dimostrato che l’impresa è possibile, portando così una nuova conferma alla celebre teoria e aprendo nuove strade nella comprensione della nostra galassia e della sua evoluzione.
Immaginate di voler osservare la luce emessa da una stella molto molto lontana che viaggia verso la Terra: quando nel loro tragitto verso di noi i fotoni passano vicino a un oggetto con una grande massa, la gravità li deflette e agisce come una…
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