APPROFONDIMENTO – La prima cosa da dire riguardo ai casi di West Nile Fever nel nord Italia (in particolare in Veneto, Emilia e Friuli) è che ogni anno si registrano dei casi in tutta Europa, anche se quest’anno la diffusione è molto maggiore ed è iniziata prima rispetto agli anni precedenti. “La ragione di questo boom è facilmente individuabile nella presenza di forti piogge e del grande caldo a inizio stagione, in particolare a giugno, anche se già ora ad agosto in Italia il numero di zanzare si è stabilizzato e siamo ritornati ai numeri degli anni precedenti” spiega a OggiScienza Claudio Venturelli, Entomologo presso la AUSL della Romagna.

La West Nile è una malattia il cui contagio avviene per puntura di zanzara Culex e i serbatoi di infezione sono gli uccelli migratori e gli animali domestici, nei cui corpi il virus può persistere da alcuni giorni a qualche mese. “La malattia non si trasmette da persona a persona, e una zanzara non può infettarsi pungendo una persona infetta diventando vettore della malattia, come invece avviene con Zika, Dengue e Chikungunya – continua Venturelli – perché nell’uomo, così come nel cavallo, in una goccia di sangue non è presente sufficiente DNA virale di WNV affinché la zanzara riesca a replicarlo.
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